Effetto Diario

 Effetto Diario

Nella più totale rilassatezza e con una certa felicità dentro di noi ci lasciamo alle spalle due mesi di Festival e siamo pronti per due settimane di vacanza, o almeno così pensavamo di poterla chiamare.

Le prove sono programmate, ogni categoria ha il proprio gruppo WhatsApp e tra uno svenimento e l’altro si trova anche il tempo per scrivere il Diario di Bordo. Questa nuova categoria ha messo un po’ tutti in ginocchio, e se ad Ottobre non avevamo ancora capito in cosa consistesse, ora non abbiamo idea di come trattarla, ma siamo certi che l’Istituto di Piazza Domenicani non è l‘unico ad attraversare il calvario dell’Effetto Diario.

SINTOMI

Tutto ha inizio pensando

Siamo in tanti attorno al tavolo del direttivo, tutti riuniti per rileggere delle scartoffie e trovare l’argomento di cui parlare questa settimana. Per fortuna tra i fogli imbrattati di cioccolata c’è anche il brainstorming dello scorso mese in cui troviamo tutti i progetti per i prossimi articoli, una moltitudine di titoli ed alcune bozze. Osserviamo più e più volte ciò che abbiamo scritto, ma niente sembra adatto al nostro scopo. I primi sintomi di questa sindrome da Festival si fanno sentire e i nostri sguardi si incrociano sconfortati. L’ansia cronica ha inizio.

Il fulcro di questo disagiante fenomeno sta in una sovrabbondanza di idee irrealizzabili. Proposte, infatti, ce ne sono a bizzeffe, ma il problema che sempre si incontra è la loro concretizzazione. Quello che noi cerchiamo di fare è trovare un perfetto equilibrio tra cronaca giornalistica e blog adolescenziale, ma per compiere ciò non basta stare attenti alla stilistica o al modo di scrivere: tutto c’entra, e gli argomenti di cui tratta sono fondamentali.

Potremmo raccontarvi quali problemi sono sorti nella scelta del grande classico, o come abbiamo deciso la canzone per l’unplugged, ma le cose facili da raccontare non sono le migliori. Immedesimandoci in un nostro lettore cerchiamo di capire cosa potremmo scrivere, senza cadere in tematiche banali di cui non varrebbe neanche la pena trattare. Sono successe tante vicende in questi mesi, dalle più scandalose alle più insensate, ma che sia per la scabrosità dei fatti o per la nostra ostinazione cronica, ci troviamo ancora una volta nell’imbarazzo della scelta.

Non pensate che la cosa peggiore delle nostre vacanze siano i divoratori di pandoro o le migliaia di auguri a cui dovremo rispondere, perché ciò che veramente ci tormenterà sarà la spasmodica e irrazionale ricerca dell’idea giusta.